"I nostri vecchi lo ricordano ancora come un uomo alto, scarno, con occhi profondamente infossati, nerissimi; fronte alta, capelli candidi, lunghi e svolazzanti, barba ondulata e copiosa."
Così Piera Andreoli descriveva, nel 1931, la figura di Paolo Gorini.
Paolo Giuseppe, Antonio Enrico Gorini (Pavia, 28 gennaio 1813 – Lodi, 2 febbraio 1881) è stato un matematico e scienziato italiano, noto soprattutto come preparatore di cadaveri e parti anatomiche secondo un procedimento segreto da lui stesso inventato e sperimentato.
Lo studioso era figlio di Giovanni Gorini (professore di Matematica Elementare presso l'Università di Pavia) e di Martina Pelloli (di origini lodigiane).
Nel 1825 Giovanni Gorini perse la vita, travolto da una carrozza e il giovane si trovò orfano.
Gorini è ritratto, in Piazza Ospitale a Lodi, infagottato nella sua proverbiale palandrana di marmo bianco di Carrara, monumento di Primo Giudici. Non si sposò, non ebbe figli, morì quasi in miseria e solitudine.
Sulla vicenda del contestato monumento (deciso alla sua morte nel 1881 ed inaugurato solo nel 1899) è interessante consultare il documentato studio "Il monumento a Paolo Gorini: una storia singolare".
Gorini patriota, prima mazziniano e poi garibaldino, fu matematico, geologo, biologo, fisiologo con l’entusiasmo incosciente di un alchimista rinascimentale e insieme con il bagaglio di conoscenze dello scienziato moderno.
Noto per le sue scoperte scientifiche e intellettuali; si interessò non solo di corpi, cremazioni ed imbalsamazioni, ma esercitò anche un profondo impegno civico e politico. Figura di scienziato laico e – per certi versi – “magico”, era fortemente inserito nella Società civile, con qualche mistero, non ancora risolto, come quello di una sua partecipazione alla Massoneria.
Marco Novarino (laureato in storia contemporanea a pieni voti, menzione e dignità di stampa presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Torino), ha recentemente (2013) pubblicato un saggio in cui si afferma che allo stato attuale delle ricerche archivistiche non si può affermare che Paolo Gorini fosse un massone.
Nel personaggio s’intrecciano scienza, ricerca, funzione sociale; non si esclude che i numerosi viaggi compiuti a Parigi e Londra nascondessero finalità politiche segrete, coperte da motivazioni di ricerca.
L'appartenenza di Gorini alla Istituzione massonica non è provata, come afferma Angelo Stroppa in "Paolo Gorini fra cremazione e libero pensiero"
Gorini s’interessò a fondo della conservazione dei tessuti, ed in particolare del segreto della “pietrificazione” dei corpi (nel 1872 Gorini ha trattato le spoglie di Giuseppe Mazzini che si presentò molto ben conservato alla ricognizione della salma, avvenuta il 19 giugno 1946).
La tecnica imbalsamatoria [pietrificazione] di Gorini consisteva nella sostituzione dei liquidi organici presenti nei tessuti con sali minerali che li rendono duri.
Fu un abile e discusso preparatore anatomico, custode di formule segrete.
Interessante e documentata è la storia di Paolo Gorini, ricostruita da Marisa Uberti, che riportiamo integralmente.
Uberti è libera ricercatrice e membro del Gruppo Archeologico Ambrosiano. Nel 2002 ha fondato il sito duepassinelnmistero.com. E' redattrice di numerosi articoli nel web e in alcune riviste culturali.
Nel novembre 2008 ha pubblicato "I luoghi delle Triplici Cinte in Italia. Alla ricerca di un simbolo sacro o di un gioco senza tempo?", per la Eremon edizioni.
A fine agosto 2012 ha pubblicato "Ludica, Sacra, Magica. Il censimento mondiale della Triplice Cinta", un'opera monumentale che raccoglie gli esemplari che fino ad oggi si sono potuti inventariare e che è stato tradotto in lingua inglese.
In contemporanea ha pubblicato un saggio in onore dei dieci anni del suo sito, intitolato "Due passi nel mistero il libro!".